Grazie all’incremento dei ricavi nel 2023, Poste Italiane ha varato un contributo per i dipendenti contro la svalutazione degli stipendi dovuta all’inflazione.
Poste Italiane si unisce alle aziende (come Ferrero ed Eni) che durante l’anno hanno preventivato aiuti da distribuire ai propri dipendenti per far fronte al periodo di inflazione in corso.
Entro la fine di novembre tutti i dipendenti di Poste Italiane riceveranno in busta paga, oltre la normale retribuzione, un bonus di 1.000 euro, in modo da contrastare la svalutazione degli stipendi dovuta all’inflazione.
Dati in crescita per Poste Italiane
La manovra del bonus erogato una tantum, che costerà al gruppo di Matteo Del Fante circa 90 milioni di euro, è resa possibile dalla crescita dei ricavi durante i primi nove mesi del 2023, rispetto i primi mesi del 2022. Si assiste ad un aumento dei ricavi del 6,8% su base annua (+2,6% nel terzo trimestre), a quota 8,9 miliardi, risultato operativo in crescita dell’1,5% (a quota 2,1 miliardi) e l’utile netto a 1,5 miliardi (+5,8%).
In particolare, i ricavi derivati dalla corrispondenza, dal volume dei pacchi e dalla distribuzione, sono cresciuti dell’1,9% su base annua a 860 milioni nel terzo trimestre. Confrontando i dati dei primi nove mesi del 2023, rispetto quelli dello scorso anno, si assiste ad un aumento dei ricavi del 4%.
I ricavi derivanti i servizi assicurativi hanno toccato i 371 milioni nel terzo trimestre del 2023, in crescita del 6,5% rispetto lo stesso periodo nel 2022.
I ricavi provenienti da pagamenti e mobile sono pari a 405 milioni di euro nel terzo trimestre del 2023, in aumento del 36,6% rispetto il terzo trimestre del 2022.
Costi complessivi
I costi totali del terzo trimestre 2023 si aggirano intorno i 2,3 miliardi, in crescita su base annua rispetto lo stesso periodo del 2022 (+ 8,5% su base annua rispetto i primi nove mesi del 2022, corrispondente a 6,8 miliardi nei primi nove mesi dell’anno in corso). Tra i costi è compresa la spesa per il bonus di mille euro dedicato ai dipendenti.